Linee guida per la pianificazione di protezione civile (PC) – specifica per rischio alluvioni e incendi di interfaccia- con approccio partecipato e Strumento operativo per la raccolta di osservazioni di monitoraggio durante un’ emergenza da parte dei cittadini

Nel quadro del progetto RECIPE, Fondazione CIMA ha intenzione di realizzare due strumenti operativi per rafforzare le capacità del sistema di protezione civile, anche in un’ottica di risposta alla necessità derivanti dal cambiamento climatico. Tali strumenti sono Linee guida per la pianificazione di protezione civile (PC) – specifica per rischio alluvioni e incendi di interfaccia- con approccio partecipato e Strumento operativo per la raccolta di osservazioni di monitoraggio durante un’ emergenza da parte dei cittadini

Il primo strumento consisterà in un protocollo operativo, utile per implementare un processo partecipativo a livello locale per la pianificazione di protezione civile. Esso avrà forma di un libretto, contenente , fra le altre, la roadmap per lo sviluppo delle diverse fasi del processo partecipativo, più adatto alle condizioni locali. Queste linee guida saranno scritte sulla base delle risultanze del processo partecipativo sviluppato nel caso pilota e saranno indirizzate agli stakeholders del sistema di Protezione Civile, agli amministratori e ai tecnici comunali.

Il secondo sarà uno strumento operativo di tipo mobile, che aiuterà i cittadini nella raccolta e nell’invio di segnalazioni durante le alluvioni e gli incendi di interfaccia al COC locale o comunque alla struttura che gestisce l’emergenza. Questo strumento sarà integrato in sistemi preesistenti per la gestione delle emergenze a livello locale e sarà testato nel caso pilota. Questo strumento potrebbe aiutare ad attuare azioni locali più adatte e personalizzate per far fronte a un’emergenza locale.

L’idea alla base di questi strumenti è che il processo partecipativo per la pianificazione di Protezione Civile e quindi il coinvolgimento dei cittadini in tale processo vada a rafforzare la capacità del Sistema di Pc nel far fronte ai futuri rischi naturali. L’approccio partecipato infatti va ad incidere sulla costruzione di quel “terreno sociale”, che potrà produrre e migliorare la governance del rischio, e sul rafforzamento della consapevolezza da parte della comunità locale e dei tecnici del rischio presente sul territorio – in termini di bisogni, vulnerabilità e opportunità – e del possibile ruolo che essi possono esercitare per migliorare la gestione del rischio,  anche attivando dinamiche di collaborazione.

In questo modo, nel contesto più ampio del ciclo della  gestione del rischio da disastri, la pianificazione del Protezione Civile riveste il duplice ruolo di strumento di preparazione, ma anche di prevenzione e mitigazione, andando ad intervenire nella migliore comprensione e gestione degli impatti derivanti dal eventi calamitosi.

Il sito pilota scelto per realizzare e sperimentare questi due strumenti sono i Comuni delle 5 Terre (Monterosso al Mare, Vernazza, Corniglia, Manarola e Riomaggiore) e i due comuni ad essi limitrofi (La Spezia e Levanto)

Tali Comuni fanno tutti parte del Parco Nazionale delle Cinque Terre, che è inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.  Questo territorio che è diventato una destinazione turistica molto popolare, è caratterizzato da un paesaggio costituito da terrazzamenti, costruiti dagli abitanti nei secoli passati per poter coltivare e produrre, e così sopravvivere in questo duro territorio.

Tali opere di ingegneria naturalistica hanno gradualmente cambiato l’ecosistema. Negli ultimi anni, l’esodo rurale e il conseguente abbandono dell’agricoltura hanno indebolito l’importante funzione svolta dai terrazzamenti in termini di ritenzione idrica, producendo un aumento del rischio di alluvioni. Inoltre, l’abbandono agricolo e la cronica mancanza di gestione forestale, tipica di questo territorio, hanno favorito la ricolonizzazione dei pini, che si stanno ri appropriando dei terrazzamenti abbandonati, aumentando il rischio di incendi boschivi.

La presenza di pini da un lato e l’abbandono dei terrazzamenti  dall’altro lato producono un fragile equilibrio, che può essere facilmente minacciato, in seguito ad incendio o ad una forte pioggia.

Tutti questi elementi producono un elevato rischio da alluvione e da incendi sul territorio. Per dare un’idea dei danni che tali fenomeni possono creare sul territorio, basta ricordare che durante l’alluvione verificatasi nel 2011 che aveva colpito tutti i comuni di questo territorio, il danno rilevato è stato di milioni di euro e 13 persone sono morte.

In questo territorio, verrà quindi realizzato un processo partecipato che coinvolgerà la comunità locale, per identificare le migliori azioni di Protezione Civile che siano in grado di affrontare il rischio alluvione e incendio, attuale e anche con una prospettiva futura legata agli impatti dei cambiamenti climatici.

Data la particolarità del territorio, in tale percorso, verranno coinvolti anche stakeholders economici quali gli operatori turistici e gli operatori dei trasporti nazionali come TRENITALIA.

European Union Civil Protection and Humanitarian Aid
Forest Science and Technology Centre of Catalonia
Pau Costa Foundation
General Directorate of Civil Protection, Government of Catalonia
Forest Research Institute of Baden-Wuerttemberg
CIMA Research Foundation
Austrian Research Centre for Forest, Natural Hazards and Landscape
Institute of Cartography and Geology of Catalonia
Instituto Superior de Agronomia

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